C.R.A. Centro Raccolta Arte

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mercoledì 25 maggio 2016

Anche il C.R.A. per “Quasi Pinocchio” a Collodi

E dopo la "fatica" di Nespolo a Pisa, la nostra Associazione sostiene anche questa nuova avventura del nostro Vice Presidente, Filippo Lotti... 
Quindi venerdì 27 tutti a Pisa e sabato 28 tutti a Collodi





“Quasi Pinocchio”
la storia del burattino nelle canzoni di Beppe Dati
interpretata da pittori toscani del XXI secolo


COLLODI (PT) – In occasione del 60° anniversario dell’inaugurazione del Parco di Pinocchio ed in concomitanza con il 29° compleanno di Pinocchio, la Fondazione Nazionale Carlo Collodi presenta la mostra “Quasi Pinocchio”: la storia del burattino nelle canzoni di Beppe Dati interpretata da pittori toscani del XXI secolo.
L’esposizione, curata da Filippo Lotti, si inaugura sabato 28 maggio 2016 alle ore 12.30 nel Museo del Parco di Pinocchio (Via San Gennaro 6, Collodi PT).
Fortemente voluta dalla Fondazione Nazionale Carlo Collodi e dal suo presidente Pier Francesco Bernacchi, che da subito ha abbracciato questa importante iniziativa artistica e culturale, è progetto in cui si fondono musica e arte.
Riunisce diciannove pittori tra i nomi più noti del panorama artistico toscano, invitati a elaborare secondo la loro cifra stilistica ed iconografica un lavoro pittorico ciascuno, ispirato ad uno dei brani dell’opera musicale “Quasi Pinocchio” del famoso paroliere e cantautore fiorentino Beppe Dati: Antonio Bobò, Tiziano Bonanni, Elio De Luca, Fabio De Poli, Raffaele De Rosa, Franco Mauro Franchi, Gianfranco Giannoni, Giuliano Giuggioli, Graziano Guiso, Fabio Inverni, Remo Lorenzetti, Mario Madiai, Giovanni Maranghi, Gianfalco Masini, Francesco Nesi, Cristina Palandri, Gabriele Erno Palandri, Lisandro Rota, Paolo Tesi.
Le opere elaborate propongono un viaggio attraverso forme e colori del fantastico mondo descritto da Collodi rivisitandolo alla luce delle canzoni di Dati.
Alcuni di questi artisti avevano già affrontato il tema “Pinocchio”, mentre altri si sono confrontati per la prima volta con l'universo collodiano.
L’esposizione raccoglie così 19 opere originali realizzate con varie tecniche pittoriche, ma tutte dello stesso formato.
La bellezza ed in certi casi la drammaticità delle immagini rappresentano il mondo di Pinocchio, visto dagli occhi di artisti che parlano, si raccontano e raccontano le avventure del burattino più famoso al mondo, con un linguaggio artistico contemporaneo.

A disposizione dei visitatori il catalogo “Pinocchio a Collodi 60° - 60 anni del Parco di Pinocchio con l’arte contemporanea” che raccoglie le opere delle ultime acquisizioni e donazioni (2003-2016) della Fondazione e le opere del progetto “Quasi Pinocchio”, apparato arricchito dal testo critico della storica dell’arte Daniela Pronestì.

L’esposizione proseguirà, fino al 31 ottobre, nella Sala del Grillo del Parco di Pinocchio, e sarà visitabile tutti i giorni, inclusi i festivi, dalle 9.00 al tramonto, con orario continuato. Ingresso riservato ai visitatori del Parco.

Info: Fondazione Nazionale Carlo Collodi - 0572 429613 - fondazione@pinocchio.it







Genere: mostra collettiva di pittura
Artisti: Antonio Bobò, Tiziano Bonanni, Elio De Luca, Fabio De Poli, Raffaele De Rosa, Franco Mauro Franchi, Gianfranco Giannoni, Giuliano Giuggioli, Graziano Guiso, Fabio Inverni, Remo Lorenzetti, Mario Madiai, Giovanni Maranghi, Gianfalco Masini, Francesco Nesi, Cristina Palandri, Gabriele Erno Palandri, Lisandro Rota, Paolo Tesi.
Titolo: “Quasi Pinocchio” - la storia del burattino nelle canzoni di Beppe Dati interpretata da pittori toscani del XXI secolo
A cura di: Filippo Lotti
Coordinamento: Isabella Belcari
Inaugurazione: sabato 28 maggio 2016, ore 12.30
Luogo: Museo del Parco di Pinocchio, Via San Gennaro 6 - 51012 Collodi PT
La mostra proseguirà nella Sala del Grillo del Parco di Pinocchio.
Periodo: 28 maggio – 31 ottobre 2016
Orari: Aperto tutti i giorni, inclusi i festivi, dalle 9:00 al tramonto, con orario continuato. Ingresso riservato ai visitatori del Parco.
Organizzazione: Fondazione Nazionale Carlo Collodi (in occasione del 60° anniversario dell’inaugurazione del Parco di Pinocchio)
In collaborazione con: C.R.A. - Centro Raccolta Arte
Con il contributo di: Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia
Media partner: Radio Bruno Toscana
Ufficio stampa: FuoriLuogo – servizi per l’Arte
Info: Fondazione Nazionale Carlo Collodi - 0572 429613 - fondazione@pinocchio.it
Catalogo in mostra, con testo critico di Daniela Pronestì.

martedì 3 maggio 2016

A proposito di A PELLE VIVA



Sabato scorso, 30 aprile, a San Miniato, nella splendida cornice di Palazzo Grifoni, si è inaugurata A PELLE VIVA (vedi anche http://centroraccoltaarte.blogspot.it/2016/04/anche-il-cra-per-pelle-viva-personale.html), la mostra personale di Christian Balzano che ha progettato appositamente per questo ambiente. Ma è anche una mostra diffusa che varca la soglia delle stanze istituzionali del palazzo e approda all'interno di alcune realtà produttive del territorio.
Curata da Marco Bazzini, con il coordinamento di Filippo Lotti, sostenuta dal C.R.A. e prodotta da Casa d'Arte San Lorenzo, ha attirato visitatori e collezionisti da tutta Italia. Presentata dal Sindaco della città federiciana, è stata la dimostrazione tangibile di come, il connubbio tra amministrazione, impresa e associazionismo, possano arrivare a toccare vertici di livello assoluto.

Più delle parole, parlano le immagini...

l'attesa prima dell'inaugurazione



le installazioni all'interno delle concerie...




 l'inaugurazione

Marco Bazzini, Roberto Milani (presidente del C.R.A., Vittorio Gabbanini (sindaco di San Miniato) e Christian Balzano




 
Paolo Bacchereti, Presidente di Casa d'Arte San Lorenzo





la mostra nella sua "essenza"


Lo storico Palazzo Grifoni di San Miniato, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, ospita la mostra personale "A pelle viva" di Christian Balzano, a cura di Marco Bazzini.

L’artista livornese, dopo i successi ottenuti in Cile, Libia, Corea del Sud, Stati Uniti e Russia, torna a esporre in Toscana con un ciclo di circa 20 lavori realizzati su pelle, materiale che ha scelto come filo conduttore del progetto in cui alcuni grandi e pressanti temi della contemporaneità entrano in relazione con la vocazione industriale di uno dei distretti conciari più importanti d’Europa.

Sulla pelle l’artista ha immaginato una nuova geopolitica e tracciato inedite cartografie in cui non vi sono limiti, tutto si trasforma in volubili confini. Nel gioco tra codici astratti e figurativi che dominano le diverse superfici, appaiono mappe geografiche liberate da un ordine consolidato e funzionali a istaurarne uno alternativo in cui prevalgono condivisione e solidarietà. Contrariamente a una realtà che è tornata a innalzare muri, a rafforzare le frontiere, a impedire i passaggi, a rafforzare identità chiuse per la paura del diverso, l’arte, che non ha mai conosciuto confini, avanza una proposta diversa di pianeta in cui scambi e libera circolazione siano possibili per uomini e idee. Balzano, come ogni artista, non offre ricette per risolvere i problemi del mondo ma dona punti di vista differenti per poterli dipanare, proprio come fa il bambino nella sua grande installazione che accoglie il visitatore all’ingresso del piano nobile del palazzo.

“A pelle viva” diviene così un monito per vincere la nostra indifferenza, per abbattere quella crosta di resistenza che è la nostra complicità, non fosse altro per il silenzio che adottiamo, di fronte alle tragedie che ogni giorno abbiamo davanti agli occhi.

La pelle diventa così la base di una riflessione sulla libertà, sulla vita e la morte, sulle "open borders"; un supporto vivo su cui creare luoghi e rotte dell'immaginario. Ma la pelle è anche il modo per raccontare il territorio di San Miniato con la sua attività produttiva, la sua memoria storica del fare, la sua vocazione all’accoglienza.

A tutte le opere Balzano ha voluto dare lo stesso titolo, “A pelle viva”, ma lo ha tradotto in lingue diverse ponendo l’attenzione soprattutto sugli idiomi utilizzati da piccole comunità e minoranze culturali, ponendo così l’attenzione su quella che è l’altra faccia della comunicazione globale.


Sala 1
Per i 6 continenti, sono state utilizzati: Frisone, Igbo, Malese, Esperanto, Maori, Creolo e Haitiano. Il continente in più rispetto ai 5 tradizionalmente rappresentati dalla cultura occidentale nasce dall’incrocio di diverse teorie geografiche che mettono insieme differenti modelli di cognizione dello spazio e del tempo. In queste 6 circolari cartografie, rappresentate come antiche mappe, passato presente e futuro sono in movimento; troviamo, infatti, raffigurato l’attuale stato del mondo con i suoi confini aperti e, nelle zone d'ombra, una proiezione di come sarà tra 250.000.
Sulle basi, titoli in Basco e Corsa, la carta dell'Europa, isole comprese, è stata scompaginata e i paesi accatastati uno sopra l’altro, per poi essere bloccati in questo nuovo ordine con due vecchi chiodi in ferro un tempo utilizzati per calafatare i navicelli ( i vecchi barconi utilizzati per il trasporto delle merci).

Sala 2
Sui 4 cerchi prendono vita diverse raffigurazioni di quello che è uno dei soggetti ricorrenti nell’opera dell’artista: il toro. L’animale, simbolo di forza ma anche di ironia, prende corpo dalle diverse aggregazione dei confini di tutte le nazioni dell'Europa continentale. Anche negli altri due lavori in pelle, partendo da elementi rappresentativi quale il cuore e il lampadario, l’artista gioca con la geografia come possibilità del disegno.

Sala 3
Nella grande cartografia, con titolo in arabo, è stata asportata quella parte di mondo che noi europei siamo abituati a vedere al centro e sostituita con l'unica pelle di dromedario presente in tutta la mostra, mettendo così in evidenza il Mediterraneo, oggi luogo di grandi sconvolgimenti e tragedie.
Nei 7 piccoli lavori le incisioni hanno seguito i confini dei paesi che si affacciano su quello che un tempo era definito Mare Nostrum per creare differenti spazi mentali, mentre sulla pelle, partendo da un elemento fortemente rappresentativo, la Madonna, le incisioni danno vita a nuove mappe attraverso intrecci di origine mnemonica.

Sala 4
In questa installazione dal titolo in Suwaili, sono presenti due bambini seduti su una pelle di colore rosso. Le linee tracciate sulla superficie ripercorrono sulla mappa del mondo la migrazione degli esseri umani dall'Africa sub-sahariana di 70 mila anni fa da cui è nata la diffusione dell’uomo sull’intero pianeta.