C.R.A. Centro Raccolta Arte

C.R.A. Centro Raccolta Arte

giovedì 31 marzo 2016

Al C.R.A. ennesima "lectio magistralis" di Pier Giuseppe Leo

Al C.R.A. ennesima "lectio magistralis" per voce dell'amico ed autorevole esperto d'arte, Pier Giuseppe Leo, tenuta durante l'incontro Eccellenze Nella Pittura Al Femminile, Dal Rinascimento All'eta' Contemporanea nell'ultimo appuntamento serale di questo intenso e ricco mese di marzo.

Pubblico attento e concentrato, impegnato ad inseguire le connessioni colte e raffinate di chi la passione e l'amore per l'arte le coltiva da sempre.
Grazie Piero!









mercoledì 23 marzo 2016

A proposito dell'incontro con Franco Mauro Franchi al C.R.A.



Grande pubblico questa sera al C.R.A. per l'incontro con Franco Mauro Franchi, che è tornato a San Miniato a distanza di pochi mesi (l'ultima occasione fu per l'installazione della sua opera LA GRANDE AURORA nello scorso gennaio) per intrattenersi e spiegare la sua Arte ai nostri ospiti. 
Come si compete ai grandi la sua presenza ha attirato un folto numero di partecipanti: 
dal Sindaco Vittorio Gabbanini al critico Riccardo Ferrucci, dal giornalista Fabrizio Borghini ai tanti artisti, fra i quali anche Giovanni Maranghi. 
Una serata intensa e coinvolgente che segna un altro punto 
nel caleidoscopico programma della nostra Associazione.

Ecco le prime foto dell'evento, altre ne arriveranno...


Franco Mauro Franchi




Con il Sindaco di San Miniato, Vittorio Gabbanini


 
durante l'intevento di Riccardo Ferrucci

lunedì 14 marzo 2016

Riccardo Garrone e San Miniato




Quale Associazione Culturale di San Miniato, il C.R.A. vuole ricordare l'attore di teatro Riccardo Garrone, recentemente scomparso, che fu protagonista nel nostro territorio partecipando ad una edizione del Dramma Popolare. 
Esattamente nel 1996 protagonista de "IL RE PESCATORE"



Il Re Pescatore - di Julien Gracq. 
Regia di Krzysztof Zanussi
musiche di Luciano e Maurizio Francisci
luci di Andrea Tavaglia

con Giulio Brogi, Vincenzo Bocciarelli, Riccardo Garrone, Ludovica Tinghi, Piero Caretto... 

Istituto del Dramma Popolare di San Miniato, 1996

giovedì 3 marzo 2016

A proposito di Rossella Farinotti al C.R.A.



Si è conclusa da poche ore la serata al C.R.A. in compagnia di Rossella Farinotti, venuta a San Miniato per presentare il suo libro 
"IL QUADRO CHE VISSE DUE VOLTE - come l'Arte influenza il Cinema", 
edito per Morellini Editore.

Gli intervenuti hanno potuto godere di una piacevolissima presentazione e avere avuto la possibilità di scoprire una fra le più preparate giovani curatrici italiane...

Per chi non c'era, 
rimane il rimpianto e le foto che di seguito pubblichiamo...










vedi anche

Il C.R.A. presenta "L'ASPIRANTE - un progetto di Giovanna Lacedra"


Sabato 2 aprile, alle ore 18'00, il C.R.A. Centro Raccolta Arte (Ex torre degli stipendiari - via Conti, San Miniato), ospiterà l'artista Giovanna Lacedra, che proporrà a tutti gli intervenuti la sua performance liberamente tratta dalla poesia "L'Aspirante" dell'autrice americana Sylvia Plath.

Un evento eccezionale per l'Associazione che invita tutti sin da ora a segnare sulla propria agenda questo appuntamento... 

Ingresso libero
info centroraccoltaarte@libero.it 

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L’ASPIRANTE



Un progetto di Giovanna Lacedra

Performers: Giovanna Lacedra e Roberto Milani





“Io sono legata a te indipendentemente dalla mia volontà, anche se

quando ho promesso a me stessa di vivere per te non sapevo

 che sarei stata ferita, ferita, ferita per l’eternità…”



[Sylvia Plath – DIARI – 6 marzo 1956]



Cosa accade se il cuore di porcellana che racchiude un amore perfetto, all’improvviso si frantuma?

Qualche volta sono grida. Altre volte è silenzio.

Perché nessuno. Nessuno deve sapere.
Si tace nella gioia. Si tace nel dolore. Si tace il dolore di non aver mai vissuto.



Alle privatissime pagine dei suoi Diari”, Sylvia Plath – poetessa americana del filone Confessional – confidava il timore di cadere nella trappola di una unione matrimoniale che, attraverso l’adempimento passivo ad un ruolo servile, avrebbe potuto costarle il caro prezzo delle proprie velleità, della propria identità e della propria dignità.

 “L’ASPIRANTE” Performance nasce da una riflessione sulla prevaricazione di genere – psicologica, intellettuale, economica, sessuale, fisica  – usata sulle donne e subita da queste ultime, a tutt’oggi, in fragilissimo silenzio. È frutto di una reinterpretazione in chiave contemporanea della omonima poesia, scritta dalla Plath nell’autunno del 1962, subito dopo il fallimento del suo matrimonio con il poeta Ted Hughes. Sylvia lo adorava ma si sentiva in qualche modo a lui inferiore. Senza Ted non riusciva a vivere, lo amava follemente e ne era soggiogata. Lui infedele, lei profondamente gelosa. Non sapeva separarsene, eppure sentiva che la sua dedizione e il successo di lui la bloccavano nella sua attività di scrittrice: non riusciva a creare, strappava, appallottolava pagine e annullava idee. Mentre lui creava e pubblicava, lei rallentava. Invece di dedicarsi alla scrittura si occupava della casa, dei bambini, di fare dolci, pulire la cucina, riordinare la casa, portargli la posta, battere a macchina i suoi versi, iscriverlo a concorsi di poesia. Lo aiutava a brillare, spegnendo se stessa ogni giorno di più. Poi lui la lasciò. E fu buio. Fu silenzio. Fu tagliente poesia.

Quel blocco creativo e quella perdita di identità che l'avevano asserragliata e indotta ad una sorta di apnea depressiva, si tramutarono, in seguito alla separazione, in un getto inaspettato di versi e liriche. Quasi come se l’abbandono fosse stato una sorta di emancipazione. Quell'autunno, infatti Sylvia partorì la sua più celebre raccolta di poesie, “Ariel”, di cui L’Aspirante fa parte. "Sono una scrittrice geniale, ora lo so. Me lo sento, sto scrivendo le poesie più belle di tutta la mia vita, mi renderanno famosa...", scrisse a sua madre il 16 ottobre 1962. Sentiva di essersi liberata da una violenza molto più sottile e affilata delle percosse. Una violenza intima, psicologica, emotiva e incessante. Quella di una quotidianità fatta di parole smarrite o acuminate. E in cui viveva una condizione di passiva sudditanza. Nonostante questo, l'11 febbraio 1963 Sylvia Plath si suicidò. Aveva appena trentun anni.

I versi della poesia da cui prende il nome questa performance raccontano di una donna funzionale all'uomo, una donna manichino, una donna comoda, che sa fare ciò che serve, che ha i requisiti per essere in quel ruolo che Sylvia aveva sempre temuto e del quale alla fine era diventata prigioniera. L'aspirante è una donna schiava di un sogno infranto, una donna tutta devota all'uomo, a lui funzionale, da lui dipendente, incastonata in un ruolo di sudditanza che la rende servile, nullificandola in pieno.

Nessuna donna deve dipendere da un uomo. Mai.



L’aspirante
Prima di tutto ce li hai i requisiti?
Ce l’hai?
Un occhio di vetro, denti finti o una gruccia.
Un tirante o un uncino,
Seni di gomma, inguine di gomma,

Rattoppi o qualcosa che manca? Ah
No? E allora che mai possiamo darti?
Smetti di piangere
Apri la mano.
Vuota? Vuota. Ma ecco una mano

Che la riempie, disposta
A porgere tazze di tè e sgominare emicranie,
E a fare ogni cosa che gli dirai,
La vorresti sposare?
E’ garantita,

Ti tapperà gli occhi alla fine della vita
E del dolore,
Con quel sale ci rinnoviamo le scorte.
Vedo che sei nuda come un verme –

Un po’ rigido e nero, ma niente male,
Lo vorresti sposare?

E’ impensabile, in frantumabile, abile
Contro il fuoco e imbombardabile
Credi a me, ti ci farai sotterrare.

E adesso, scusa, hai vuota la testa
Ho la cosa che fa per te.
Su, su, carina, esci fuori dal guscio.
Ecco, ti piace questa?
Nuda per cominciare come una pagina bianca.

Ma in venticinque anni d’argento,
D’oro in cinquanta, potrà diventare,
Una bambola viva, sotto ogni aspetto.
Sa cucire, sa cucinare,
Sa parlare, parlare, parlare.

E funziona, non ha una magagna,
Qua c’è un buco, che è una manna.
Qua un occhio, una vera visione.
Ragazzo mio, è l’ultima occasione.
La vorresti sposare, sposare, sposare?

Sylvia Plath 

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