Fra i tanti volumi che ci stanno arrivando (e qui un sincero grazie a tutti è doveroso. Ma non solo con annessa promessa di dare spazio e visibilità quanto prima, a tutti), ci sono due pubblicazioni che ci piace segnalare.
La prima è un saggio, su un argomento di assoluta attualità: l'art sharing.
Di Roberto Colantonio "L'arte condivisa" edito per i tipi di IEmme edizioni
Sinossi
Oggi, già molte cose sono in condivisione, quasi tutto. Auto, lavori,
know how, informazioni. Ma gli scambi nell'arte contemporanea sembrano
conoscere solo la forma della compravendita. Come in un mercato
azionario. Paradossale per un settore che dovrebbe per antonomasia
essere all'avanguardia. Vendere non è l'unico modo che ha un artista per
trarre visibilità e guadagno dalle proprie opere. I contratti di
artsharing propongono soluzioni alternative, già previste
dall'ordinamento giuridico per altre forme di godimento sui beni mobili,
da applicare tenendo conto della specificità dell'oggetto: le opere
d'arte sono beni infungibili, unici. Con i contratti di artsharing
l'artista può scegliere tra un guadagno immediato e la possibilità di un
canone mensile, tornando in possesso del suo lavoro allo scadere del
termine concordato. Anche la sua controparte ne trarrà dei vantaggi,
accedendo ad opere diversamente non messe in commercio o con un prezzo
maggiore di quello che è disposto a spendere. Con prontuario, modelli e
contratti.
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Il secondo è un catalago di mostra: "ti ci porto", con tanto di dedica del grande
Giovanni Frangi...
Grazie!
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