In occasione della 44^ edizione della Mostra Mercato
del Tartufo Bianco di San Miniato (15-16, 22-23, 29-30 novembre e 6-7-8
dicembre 2014), il C.R.A. - Centro Raccolta Arte, aprirà le porte della
sua nuova sede nella Torre degli Stipendiari a San Miniato (via A.
Conti).
Anche se i lavori di riqualificazione della struttura non sono del tutto portati a termine, Claudia Lovato, Filippo Lotti e Roberto Milani, il direttivo dell’Associazione, insieme ad Antonio Leo membro aggiuntivo della stessa, hanno deciso di mostrare ai visitatori della kermesse il frutto di tanto lavoro ed impegno.
Il progetto, disegnato dall’Arch. Stefania Catastini dello studio LDA.iMdA, sarà ultimato per il gennaio 2015 ma l’evento legato al tartufo è un appuntamento per la città di San Miniato troppo importante per potersi permettere un’assenza ingiustificata.
Anche se i lavori di riqualificazione della struttura non sono del tutto portati a termine, Claudia Lovato, Filippo Lotti e Roberto Milani, il direttivo dell’Associazione, insieme ad Antonio Leo membro aggiuntivo della stessa, hanno deciso di mostrare ai visitatori della kermesse il frutto di tanto lavoro ed impegno.
Il progetto, disegnato dall’Arch. Stefania Catastini dello studio LDA.iMdA, sarà ultimato per il gennaio 2015 ma l’evento legato al tartufo è un appuntamento per la città di San Miniato troppo importante per potersi permettere un’assenza ingiustificata.
Lo spazio, che in futuro
sarà sede di una biblioteca tematica di circa 5000 pubblicazioni legate
al mondo dell’arte moderna e contemporanea, ospiterà in quei fine
settimana quattro “omaggi” ad altrettanti grandi Maestri del ‘900.
Il primo week-end è dedicato al genio creativo di MARIO SCHIFANO,
maestro indiscusso della Pop Art italiana ed europea e componente del
gruppo “i pittori di piazza del Popolo” nella ricorrenza dell’80°
anniversario dalla nascita.
Il personaggio Schifano è passato
alla storia non solo per il suo gesto creativo ma anche per i mille
aneddoti legati alla sua forte personalità, fatta di continui eccessi.
Artista prolifico, poliedrico, esuberante ed amante della mondanità. L'abitudine alla smoderatezza, in ogni sua forma, che durò per tutta la sua vita, gli valse l'etichetta di artista maledetto.
Ricorda Emilio Mazzoli, noto gallerista italiano, in un’intervista di
alcuni anni fa, un episodio che lega l’artista al tartufo: «Mi ricordo
che (Schifano, ndr) mangiava i tartufi come si mangia una mela. Ed io
gli dicevo – Mario, un tartufo è un tartufo, si affetta! Voleva tutto e
subito, non riusciva aspettare il tempo di affettarlo, – No, il tartufo
si mangia così! – Benissimo, non è un problema».
Proprio questo aneddoto ha spinto i curatori ad iniziare questa serie di incontri con l’arte contemporanea con Mario Schifano.
Sarà esposta una sola opera dell’artista nato in Libia ma romano di adozione (Homs, 1934 – Roma, 1998). Una grande opera del 1978 che ritrae una bicicletta, sua grande passione, tant’è che ha disegnato per due volte la maglia gialla del Tour de France e due la maglia rosa del Giro d'Italia. Il dipinto è l’antesignano di un’opera ripetuta più volte legata al mondo del ciclismo, cliché che sarà costante in opere più tarde. La bicicletta, in questo caso, è un esperimento, quasi fosse un omaggio alla velocità, un rimando al futurismo, che poi fu un altro tema trattato dall’artista.
A far da “corredo” al dipinto un video che racconta la storia di Schifano e alcuni tra gli innumerevoli cataloghi delle sue mostre.
Proprio questo aneddoto ha spinto i curatori ad iniziare questa serie di incontri con l’arte contemporanea con Mario Schifano.
Sarà esposta una sola opera dell’artista nato in Libia ma romano di adozione (Homs, 1934 – Roma, 1998). Una grande opera del 1978 che ritrae una bicicletta, sua grande passione, tant’è che ha disegnato per due volte la maglia gialla del Tour de France e due la maglia rosa del Giro d'Italia. Il dipinto è l’antesignano di un’opera ripetuta più volte legata al mondo del ciclismo, cliché che sarà costante in opere più tarde. La bicicletta, in questo caso, è un esperimento, quasi fosse un omaggio alla velocità, un rimando al futurismo, che poi fu un altro tema trattato dall’artista.
A far da “corredo” al dipinto un video che racconta la storia di Schifano e alcuni tra gli innumerevoli cataloghi delle sue mostre.
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